giovedì 24 gennaio 2013

Un po(st)...scomodo ( e la banalità del male)

La mia casella di posta,brulica di inviti per la Giornata della Memoria,ricorrenza certamente giusta,doverosa,legittima ma...
Secondo me si è creato un vero e proprio marketing dietro questa data, fatto di letture ( nemmeno così eccellenti), spettacoli ( spesso imbarazzanti) e ricorrenze, che talvolta ottengono l'effetto opposto, ovvero...la noia.
Intendiamoci,al Treno della Memoria ho partecipato anche io, anche io ho visto i luoghi dell'orrore, davanti ai quali non si può rimanere indifferenti.
La mia perplessità è un'altra, di duplice valenza e mi spiego...
In primis Artistica:davvero c'è bisogno, urgenza di raccontare storie di 60 anni fa?forse?ma non sono un po'troppe le compagnie che lo fanno?
Oggi i diritti dell'Infanzia, vengono calpestati in tutto il mondo,eppure nessuno ne parla!
Si va bene, ci si lava la coscienza il 20 di novembre e poi?
Eppure come l'infanzia veniva "maltrattata"sotto il nazismo lo  è oggi, in maniera sistematica.
Spesso nell'indifferenza.
Penso, senza spostarmi molto da Israele, ai bambini e le bambine della Striscia, ma forse sono un illuso, queste sono storie di serie B.
Il teatro non ne parla.
Perchè sono scomode, o forse perchè non interessano a nessuno.
Non fanno cassetta.
Personalmente poi, credo che Infanzie che urlano, infanzie dalle piume di piombo, a cui dare voce ci siano anche nel nostro paese.
Basta ascoltare.
Ma tutto questo richiede fatica, ricerca vera, non lavoretti a tavolino, per ridurre libri, testi che ci appartengono, ma che sono sempre più lontani.
Chiudo citando la Arendt, "la banalità del male"...ecco appunto il male è molto più vicino di quello che uno creda, ma bisogna volerlo stanare, senza scorciatoie, e con operazioni a volte retoriche e inutili, sempre noiose.


 

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