lunedì 27 settembre 2010

Che in fondo non va un cazzo bene!


proprio per nulla,in questo principio di autunno torinese...
Non va per nulla bene,che la gente spii sui blog altrui...in questo caso il mio,con un puro istinto da voyeur...nel senso che se volete farvi le pippe con quello che scrivo...siete i benvenuti ma almeno firmatevi....
o commentate no?

che non va per nulla bene per la Cultura in generale,ma apprezzo lo sforzo di Fitzcarraldo, e cosìvado a farmi questa due giorni alla Casa del Teatro...e magari ci scappa qualcosa di bello...

che adesso mi iscrivo in palestra...e mi alleno per fare l'equipaggio di un caicco...

e intanto ho scritto ad un italiana a Istambul per capire che aria tira per il teatro nella Capitale Europea della Cultura ( anche se a me non sembrava tanto)

e vorrei andare a Londra...che il mio vicino di banco delle elementari mi ha detto vieni...se hai bisogno di appoggio...( e quasi quasi lo faccio e magari mi do al babysitteraggio)

e ho chiesto un aiutino ad un italiano potente...

e adesso scrivo a chi mi ha contattato sul blog riguardo alla questione No Tav!che figata!

giovedì 23 settembre 2010

ancora sul concetto di decadenza


Ho appena letto e commentato il post di una amica attrice, tornata da poco in Italia

http://www.lucilleidi.net/?p=396

e tutto questo mi fa rilfettere assai, su un concetto banale:SIAMO MORTI.
Altro che MAI MORTI, siano tutti in decomposizione, poichè un provino serio non può, non deve durare sei minuti!è una presa per il culo!
Non è professionale!
Sul concetto di professionalità, avrei molto da dire su colloqui da me fatti, anche in piazze importanti, magari dopo 1000km, fortunatamente by plane.

Questo è il cattivo teatro italiano,quello che purtroppo rischia di farmi dare ragione a Brunetta...e dio sa quanto io detesti le esternazioni del brunettazzo.

Non credo sia giusto augurare che certi teatri crollino...però così non si può piu' andare avanti...credo.

giovedì 16 settembre 2010

I teatri chiudono, i circuiti chiudono...tutto va bene


Quando chiude un'esperienza culturale, sia essa un teatro, un circuito documentario, un cinema, bisognerebbe mettere le bandiere a lutto,invece no, tutto continua in un silenzio assordante:mors tua vita mea,in culo alla solidarietà.
Oggi è la volta di Docume,uno straordinario circuito, unico in Italia:e allora?Docume, con tanti limiti,credo sia stata un'esperienza libera da condizionamenti politici, libera da tessere di partito,o dalla protezione di qualche brava persona...e che vogliono allora?
A casa!
Non hai un referente politico?
a CASA!
e poco importa se vanti crediti per circa 80 mila euro!meglio farti chiudere!
Illuso Girelli...non sei riuscito nemmeno ad avere la protezione di uno Steve della Casa...metterti sotto l'ala protettiva del Tff...
allora chiudi!
Quante cose squallide che sento!Non ci sono i soldi...balle!Io stesso quando organizzavo per una compagnia torinese...vantavo crediti per svariate migliaia di euro...mai visti!
Questa è Torino, questa è la Cultura.
Eppure i compagni vanno avanti...sempre e comunque.
Ma come diavolo valutano un progetto artistico?
Io so i nomi e ho le prove,io vorrei denunciare, ma ho paura di fare i nomi...e cosa ci guadagno?
Certamente,poi ci sono i progetti validi...ma gli altri?
Come viene valutato un progetto di un organizzazione che gioca a fare antimafia con il Teatro?
( ogni riferimento a cose e persone è puramente casuale)...
sono stanco stasera, ma deciso a non mollare!
Stanco, Incazzato, deciso a continuare

10 propositi per il nuovo anno ( non necessariamente nell'ordine giusto)


1)Fare lo stesso viaggio di Guevara in America Latina ( ricordate i diari della motocicletta?)

2)Trovare una fidanzata

3)Imparare a stirare una camicia

4)Tornare al Sud ( che a me Torino fa cacare)

5)Prendere una sbronza colossale,se cade il governo,da non ricordarmi piu' chi sono,dove vado.

6)Festeggiare se cade il governo

7)Trovarmi un lavoro serio ( che sto teatro è radical chic)

8)Drugo is my way of life

9)Vincere al superenalotto

10)...partire per un viaggio intorno al mondo...con i soldi vinti....

ok è abbastanza per la neuro)

mercoledì 15 settembre 2010

Niente è per caso...


Bene!eccoci qui,prima opoi metterò sul blog le 600 foto della Turchia,senza dubbio una delle vacanze piu' belle da molto tempo a questa parte.
Succede che parti timoroso,e te ne vai l'ultimo giorno,forse drogato dal venditore di spezie di Istanbul,o forse no,forse è solo stanchezza.
Credo che nei viaggi,nulla accada per caso,e sono stati 15 giorni molto intensi,e ancora una volta piu' dei monumenti,ricordo i nomi.
A partire dalla prima sera,quando in Ostello,mi cambio...e come se niente fosse entra in camera mia Allison,da Galway...una pittrice totalmente pazza...che mi offre del wisky...e ahi noi si ferma al wisky.
Incontri belli,come Sean da Vancouver,e la sua fidanzata,della quale non ricordo il nome...in giro per l'Europa in bicicletta...( pazzi!!!)e Victoria ( Argentina),operatrice di Mtv...
Sono tante le persone delle quali ho sfiorato la vita,e delle quali ho scoperto piu' cose in un'ora che in una vita...Cecilia...che fa il medico ed è emigrata in Spagna a Barcellona.
E ancora il cameriere del ristorante di Goreme...che non ha giocato a fregarmi...credo...
E poi Ilaria e Annalisa.
Abbiamo viaggiato insieme per 10 giorni, e sono state davvero una compagnia piacevole,e inconsueta...perchè baresi...
Che io a Bari,associo Valeria e Monica ( che bello!!!),e quei personaggi infimi con cui ho diviso quasi due anni di vita,in quel teatro dal nome turco...niente è per caso.
e allora,dicevo Ilaria e Annalisa,mi han riconciliato con Bari,e non solo perchè sono due gran belle ragazze!
Ilaria un pochino piu' enigmatica...
e ancora Ozam,persona buona e secondo me unica...che ci invita addirittura a casa sua...
e mi fermo qui...
Turchia 2010...
fantastic

martedì 14 settembre 2010

Quando finisce settembre...



Quando finisce settembre ( a forza di essere vento)



per capirmi è necessaria la curiosità di Ulisse
di viaggiare in solitaria
vedendo il mondo per esistere…

Samuele Bersani “Occhiali rotti”

Quando torno a Torino,da qualche viaggio trovo il cielo immancabilmente grigio.
Spesso,all’atterraggio piove, e quando ad annunciare pioggia è il comandante del volo,magari con diecimila chilometri di anticipo allora non hai nemmeno la sorpresa,Torino è rimasta grigia, come quando sei partito.
Nove volte su dieci, torni da qualsiasi landa della terra, dove per venti giorni,non hai mai messo pantaloni lunghi e scarpe chiuse,e hai posizionato kway e felpa in fondo alla zaino, ma sei arrivato a Torino,e una volta che hanno scaricato il bagaglio dall'aereo( che nel mentre pesa 20 kg,e ha sempre in pole position la tua roba sporca), devi disfare lo zaino, recuperare pantaloni e felpa, pena la morte istantanea per assideramento.
Risultato?scena comica e ilarità di tutti i passeggeri presenti.
Ogni volta che atterro,a Torino, mi accorgo che non è la mia città,non mi appartiene.
Non amo la geometria sabauda, le strade dai nomi monarchici,il gianduiotto, la città che non sta mai ferma, i suoi grigi abitanti,le sue montagne olimpiche.
Il cielo,di un azzurro tiepido tendente al grigio trecentosessanta giorni l'anno.
A me, ogni volta che torno a Torino, viene la nostalgia del mare.
Perché qui abbiamo il Po, che è un Po’ sporco, e un Po’ poco parente del mare, nemmeno cugino di secondo grado.
Andiamo al mare in Liguria, che sarebbe una terra splendida, ma ci sono i sabaudi, che qui hanno edificato le loro seconde case.
Tutte uguali,tutte Condominio Stella Maris, stesse regole, stessi piani,planimetrie, che quando arrivi a Varazze,ti sembra di non aver mai lasciato Torino.
Ma la Liguria, ha il mare,e per questo, dopo otto mesi di gestazione, ho deciso di venire alla luce, in piene ferie estive, il richiamo dell’acqua era troppo forte per nascere a Torino, e poco importa l'aver rovinato le ferie alla mia mamma.
E con questo abbiamo messo un primo punto fermo: il mare, il sole, il cielo azzurro,la mia nascita, che i punti sono quattro, ma vogliono semplicemente dire che sono nato nel posto giusto, ma vivo nel posto sbagliato: ora la storia può proseguire.
In Liguria, se sei strano ci puoi nascere,e, strano lo dovevi essere davvero, se quel due agosto, tuo papà, buca tutte e quattro le gomme della macchina, e arriva a vedere il suo primogenito, a cavallo di uno splendido carro attrezzi dell’Aci.
Ma questa è un’altra storia, non divaghiamo.
Dalla Liguria, si parte per le isole,e per la Sardegna.
Sull’Isola mi sento a casa,e quando torno a Torino mi viene il magone, ma non per il tempo che cambia,perché la Sardegna mi appartiene.
Mi è entrata dentro,e tutto questo fa molto Alpitour Viaggi,ma non riesco a trovare un’immagine migliore.
Ho vissuto le mie estati più’ belle, a giocare a Robinson Crusuoe, su una spiaggia deserta dell’Ogliastra.
La nostra roulotte, il mare, i buoi, le baracche dove i sardi passavano l’estate.
I buoi, non erano una fornitura di carne extra, ma servivano per trainare la roulotte sulla spiaggia.
Non c’era luce elettrica,non c’eran negozi,non c’era il lungomare con i banchetti:solo il rumore del mare, e la possibilità di stare in costume da bagno per un mese.
Io stavo nudo, ma questa è un’altra storia.
La spiaggia di Perdepera, mi ha lasciato il piacere del silenzio, e il cielo stellato,il cielo stellato in me, Kantiano all’età di 7 anni.
Il grande desiderio di libertà, il nomadismo, credo sia nato in quegli anni di Sardegna,e abbia poi continuato a crescere.
Ho rivisto la spiaggia di Perdepera quando avevo 24 anni, non c’erano più’ le baracche, ma un resort del Club Med:ho provato il desiderio forte che bruciasse.
In Sardegna, ma non a Perdepera ( ormai il resort aveva rotto la magia del luogo), ho fatto l’amore, rischiando l'arresto per atti osceni in luogo pubblico.
Io, lei, il mare.
Lo stesso giorno, su quella spiaggia ho rischiato di morire annegato,quando Freud parlava di amore e morte, indubbiamente stava pensando a questo.
Alla Sardegna, è legato il mio undici settembre 2001, e non è un modo di dire.
Il giorno dell’attacco alle torri Gemelle, stavo viaggiando da Is Arenas ( Or) a Torre delle Stelle
(Ca), in camper con la mia fidanzata ( quella degli atti osceni sulla spiaggia di Badesi).
Quel giorno ho pianto, ma non per New York, ma per la morte dello zio più’ caro, quello che per me era sinonimo di viaggio, e gli ho detto ciao davanti al Mediterraneo, perché i mortali si salutano al cimitero, i viaggiatori davanti al mare.
Per me la Sardegna, è sempre stata l’amore per l’ignoto, che a sette anni faceva rima con l’avventura di entrare in un bunker tedesco abbandonato sulla spiaggia, e quando ne hai 27 vuol dire prendere un aereo, e partire per Cuba in solitaria, per trovarsi dove si stava facendo la storia e dove Fidel Castro era in punto di morte ( poco importa che mentre scrivo il Leader Maximo sia vivo).
Il viaggiare in solitaria, per il piacere degli incontri del tutto casuali, fuggendo dal Varadero Resort, l’ennesimo Club Med in mezzo alla mia vita.
Volevo bruciarlo.
A Cuba,mi sono sentito nuovamente a casa ( è un isola e assomiglia incredibilmente alla Sardegna), ed è stato amore.
Non quello mercenario, che devo dire mi metteva un’estrema tristezza, ma verso le persone incontrate, persone in cui mi sono rispecchiato, e dalle quali mi sono sentito attratto.
Il medico a Santa Clara, che davanti a una birra, mi dice che non avrei più’ dimenticato i colori della sua terra,la sua bimba di due anni, che tenevo in braccio, con il terrore che mi facesse la pipì sul costume, perché senza pannolino, a causa di un embargo tanto inutile, quanto crudele.
Raul, incontrato sotto un banano, mentre cercavo di salire su un camion diretto all’Avana, che mi consegna la sua visita oculistica, perché a Cuba avere un paio di occhiali è come vincere alla lotteria.
Pedro, che non ho mai visto una persona così pigra, e forse io sarei peggio,per tredici dollari al mese insegnare musica, in culo al socialismo, a Fidel e ai compagni del partito.
A casa di Pedro, ho impiegato cinque ore a mangiare un’aragosta, perché andava via la corrente, e Dio benedica l’America, e i suoi hamburger, e i suoi embarghi giusti.
A Cuba, ho visto la tomba di Guevara, che avrà fatto tanti errori, ma aveva un pregio, alle rivoluzioni ci credeva, ed era un sognatore.
L’amore per il sogno, l’utopia,il vagabondaggio a Cuba si è fortificato.
Nessuno sull’isola, quando dicevo di fare teatro, ha fatto la solita odiosa esclamazione:”Si ma per vivere cosa fai?”.
Solo questo motivo sarebbe stato sufficiente a non tornare a casa.
Ma io non sono Guevara, e non ho nemmeno la Poderosa!
E sono tornato a Torino.
Temperatura media all’Avana 34 gradi e 80% di umidità, temperatura media a Torino Caselle…80% di umidità, e 14 gradi.
Pioggia.
Mi piove dentro, come ogni volta, che torno in questa città, che ci hanno fatto anche le Olimpiadi, e tanti film, ma non è la mia città, non è la mia realtà.
Piove anche questo sette settembre, di ritorno dalla Turchia,ancora una volta mondo che mi è entrato dentro, storie che hanno incrociato la mia.
Ozam, capitano che sogna una sua barca, dall’evocativo nome Party Boat, dove farà festa ventiquattro ore su ventiquattro,e se passate da Fetye fate uno squillo,sarò sempre lieto di bere una tazza di cay con voi!( se siete australiane evitate,troppe chiacchiere e troppo assatanate di sesso),
e Alì, che al Bazar di Istanbul sono quasi sicuro che mi abbia drogato, o forse è stata solo suggestione e stanchezza, Cecilia, che ha lasciato l’Italia, per fare il medico a Barcellona, e Ilaria, che corre venti chilometri ogni tre giorni ma di mestiere fa l’anestesista, Mehmet che mi dice che sono una bella persona e mi chiede se faccio l’ingegnere ( e io urlo NO!faccio teatro!)e Annalisa che vorrebbe fare la Skipper, ma lavora in ospedale però forse un giorno chissà.
E alla fine di tutto questo io chi sono?
Un mediano?
No!decisamente no,e please se sparisse il calcio sarei una persona felice ( e non è snobbismo)!e a me una vita da mediano proprio no!caro Liga,che canzonaccia che hai scritto!un play maker?uno che realizza 15 assist a partita?
Nemmeno,ci ho provato,ma dopo un auto canestro ho lasciato perdere!
Un navigatore in solitaria?
Ci stiamo avvicinando!quasi quasi ci metto la firma!
Sono un navigatore folle,un sognatore rivoluzionario,un metereopatico cielosolemare,un senza patria ( la patria sono le persone,non i luoghi),un cercatore di storie,oggi mi trovate a Torino,domani non lo so,con buona pace dei miei quattro soldi e delle finte sicurezze.
Un navigatore poeta ( italiani popolo di navigatori e poeti...evviva i luoghi comuni),uno che ha disfatto mille volte valigie di insicurezze,bruciato fotografie di tramonti e brindato al mare con in mano un bicchiere di birra ghiacciata,lasciandosi andare a risate liberatorie,e a desideri da realizzare guardando le stelle.
E sono Don Chisciotte,senza scudiero,ma con due borsoni in cui ci sono dentro tutti i miei vestiti,gli ultimi comprati al mercato di Porta Palazzo,su questo Boeing 737 della Lauda Air:ho lasciato Torino,e tra dieci ore atterro a l'Avana,dove ho un riferimento per insegnare teatro ( ricordate Pedro dell'inizio storia ?).
Lascio Torino,i suoi viali squadrati,i suoi nomi monarchici,le sue maledettissime montagne olimpiche,la sua schifosa polenta,e le sue finte gentilezze!
Mi aspettano Pedro,sua moglie,le aragoste,e 365 giorni di sole,e pazienza per gli uragani,mi abituerò.
Se doveste capitare dall'Isola,fate uno squillo,una birra non si nega a nessuno,nemmeno un'aragosta,astenersi troppo sicuri,portatori di certezze,e sabaudi doc ( ma quelli fortunatamente si sono estinti da tempo).L