GIORNO
25-28
Accompagnato
dalla pioggia (l'unica in un mese di Sardegna),comincio
l'avvicinamento alla partenza.
Faccio
il biglietto al porto e mi dirigo verso Stintino, ultima tappa in
terra sarda.
La
visita alla Pelosa e d'obbligo ( che sembra un toponimo porno, ma è
la torre che si vede dalla spiaggia).Il tutto è insolitamente
affollato ( ricorda sempre la Sardegna di settembre non è quella di
ottobre).
Caldamente
sconsigliato avvicinarsi in camper, ma ottima sosta alla spiaggia Le
Saline, dove molti altri camper sono in sosta.Da qui con l'autobus si
arriva agevolmente in centro città.
Alla
fine ci rimango 3 giorni ( gli ultimi 3), e con molta pigrizia decido
di non vedere l'Asinara, sarà per il prossimo viaggio sull'Isola.
Prima
della partenza, ho il tempo di una sosta al biscottificio Demelas, a
cui trip, a pieno titolo assegna quasi il massimo dei voti.
Gusto
la miglior seada della stagione, e penso che quest'isola mi ha
scelto, e che ha ancora tanto da regalarmi, l'importante è non
venirci in piena stagione, dove tutto è caos, e i colori meno
nitidi, e in fondo il qui di oggi, non è agosto.
Mi
imbarco da Porto Torres, con un po' di malinconia, come tutte le
volte che torno sul Continente.
Tanti
i pensieri, a partire da questo reportage, che spero piaccia, e che
diventi strumento utile per un turista, per chi è curioso, e
per chi si sente viaggiatore...camperista o no poco importa.
Qualche
riflessione a margine
La
Sardegna è un luogo magico,che non ha paragoni nel mondo:un
Continente fuori dal Continente.
Settembre
è un ottimo mese per visitarla, ma in realtà se si esclude agosto
dove davvero il turismo aumenta esageratamente, ospita camperisti e
viaggiatori tutto l'anno.
La
sosta in libera, sulla Costa è sempre stata possibile senza
particolari problemi, contando però che era settembre,sul mese di
agosto e luglio, tanti luoghi ( a torto )sono off limits per i
camper.
Viaggiando
in solitaria mi sono appoggiato a volte ai campeggi ( Camping
Sardegna di Porto Pino, Camping Spiaggia del Riso di Villasimius), ma
sono numerose le possibilità di sosta anche in area camper .
Per
problemi di budget, non ho mangiato molte volte a Ristorante,tuttavia
quando l'esperienza ha meritato ( San Salavatore e Perdepera) ho
adeguatamente segnalato.
Non
ho segnalato la Terrazza a Stintino, ma per una dimenticanza.Lo
trovate anche su Trip, e ci arrivate agevolmente con il camper,
essendo situato sopra un distributore di benzina.
Naturalmente,
questa è la mia Sardegna, fatta per la terza volta in solitaria.Un
itinerario di pancia,per nutrirsi di azzurro.
Come
sempre l'isola mi regala molto di più di quanto riesco a darle, e
anche questo reportage è un piccolo atto d'amore per quella che
ritengo la mia terra al pari della Puglia.
Non
ho fatto ( e mi dispiace), tutto l'interno, tra cui la Barbagia,
Orgosolo, e molti dei paesi che si offrono ai camperisti durante
l'autunno e l'inverno nel bellissimo Corti Aperte Corti
Aperte Autunno in Barbagia.
La
Sardegna è il paese dei Festival, che anche per quest'anno non ho
visto:Time Jazz a Berchidda con la direzione artistica del grande
Paolo Fresu e Tutte Storie, che porta l'Infanzia in provincia di
Cagliari Tutte storie Festival.
Sono
due dei tanti luoghi di Cultura, che consiglio e dove ( detto con un
po' di invidia) mi piacerebbe lavorare.
Nel
reportage parlo anche di uno spettacolo teatrale straordinario che
è Macbettu del Teatro di Sardegna:avrà una lunga tournee,se capita
dalle vostre parti andatelo a vedere.
L'Isola,
che a me ricorda anche l'isola di Shakespeare nella tempesta ( e
nulla esclude che lo sia), ha tantissime altre suggestioni,toccate
nei miei viaggi di coppia e in solitaria, praticamente da sempre.
L'impegno
è di scriverne ancora,e di tornare.
Concludo
con un augurio,guardando fuori dalla finestra in una malinconica
giornata di novembre, dalle porte della Valle di Susa:che la Sardegna
riesca a regalarvi le emozioni che quotidianamente mi ha dato, il
segreto forse è cercare l'isola che non c'è.
Ho
aperto con Faber, chiudo con Sergio Atzeni, uno che alla Sardegna
avrebbe dato ancora tanta arte, non fosse prematuramente scomparso in
mare.
« Passavamo
sulla terra leggeri come acqua, disse Antonio Setzu,
come
acqua che scorre, salta, giù dalla conca piena della fonte, scivola
e serpeggia fra muschi e felci, fino alle radici delle sughere e dei
mandorli o scende scivolando sulle pietre, per i monti e i colli fino
al piano, dai torrenti al fiume, a farsi lenta verso le paludi e il
mare, chiamata in vapore dal sole a diventare nube dominata dai venti
e pioggia benedetta.
A
parte la follia di ucciderci l'un l'altro per motivi irrilevanti,
eravamo felici. »
(Sergio
Atzeni, Passavamo
sulla terra leggeri.)
Davide!