domenica 30 settembre 2012

Il teatro è morto ( viva il teatro)

Questa sera, dopo tanto tempo mi va di parlare di teatro, da un umile punto di vista, quello di chi bazzica questo settore da un tempo limitatamente breve,che ha vissuto per 14 mesi in un Teatro Stabile, e che ha visto più o meno tutte le realtà...dall'Associazione Culturale, alla piccola compagnia, fino al nome internazionale o quasi.
Poco importa chi siano, nulla aggiungerebbe al mio sentire, attuale.
Sarebbe facile dire la mia, sui cartelloni teatrali, ma non solo non mi interessa, ma sarebbe uno sport inutile, che non aggiungerebbe nulla al dibattito critico sul teatro, oggi a dire il vero abbastanza assente.
Mi sembra, che in molti abbiano perso la ragione per cui fanno teatro, inscatolati in generi ( teatro ragazzi, di ricerca, sociale, di impegno civile) dal contenuto spesso sconosciuto persino agli stessi attori.
Ovviamente non tutti.
Ma spesso, chi ha dentro qualcosa da dire, chi sente davvero il proprio lavoro come qualcosa di profondo, in Italia non gira, e porta i contenuti fuori da questo strano paese.
Vale sempre la regola del nemo profeta in patria.
Respiro forte, la non urgenza creativa, l'inseguire scadenze,il copiare progetti ( per dire la stagione di uno Stabile, si chiama esattamente come un progetto del 2005 della Città di Torino...guarda caso sul teatro) e così si va avanti, con una nave, che per buona parte  è affondata da tempo.
Non mi piace sparare sul mucchio, sicuramente ci sono compagnie che lavorano in maniera artigianale, che hanno un sentire diverso, e riescono anche ad esportarlo fuori dai nostri confini, i nomi sono varii, ma per non far torto a nessuno, non ne metterò.
Chi mi conosce, capisce perfettamente a chi mi riferisco.
Mi piace, riprendere il Com'è triste la prudenza!che penso sia ancora piazzato al Valle, ma onestamente non sono certo che la rivoluzione sia quella cosa lì.
Poteva essere la scintilla.
A par mio non lo  è stato, liberando solo il Comune di Roma, dalla gestione ( onerosa) di un teatrone.
Rivoluzione è occupare un teatro?
forse...e ben vengano le occupazioni siciliane, pisane e mi sfugogno gli altri luoghi...
Ma per me rivoluzione sarebbe anche...ridefinire i rapporti con un pubblico ( a proposito esiste ancora???)  parlare di poetiche, di urgenze.
In questo tritacarne che è la rete.
Non ho ricevuto, 1...dico un invito ad eventi per parlare di poetiche...
E' una strada l'Edipo Wa(e)r di Michele Di Mauro?
Forse.
Lo seguo con attenzione.
Vedremo.
E' una strada chi in Sicilia, e mi riferisco a Area Teatro Casa Comune, fa realmente spettacoli di Antimafia?
Si secondo me si.
E'una strada Armando Punzo, che ha costruito il teatro a Volterra?si lo è...infatti deve battagliare ogni anno...
Questo permette di dire che il teatro non  è morto?
Questa  è una domanda a cui non ho risposta...e che rilancio in rete, senza troppe speranze...senza false illusioni.
d   

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