lunedì 3 gennaio 2011

Giochi di guerra e i veri eroi


Come ogni volta, ormai da almeno un anno a questa parte, mi viene spontaneo scrivere dopo, l'ennesimo morto italiano, in un teatro di guerra.
Assistiamo come sempre ad una retorica, ad un susseguirsi di scene, sempre uguali, sempre artefatte:i finti cordogli, il ministro che fa la voce forte, i giornali fedeli a lui, che iniziano con i titoloni, eroi di qua, eroi immortali e così via.
Una morte giovane, lascia sempre sgomenti, ma chiamare un soldato morto...eroe, mi sembra davvero eccessivo.
Un soldato in teatro di guerra, è un volontario ben pagato, consapevole di essere in missione di guerra ( smettiamola una volta per tutte di dire che siamo in missione di Pace), con licenza di uccidere ( diciamo chiaro anche questo), e quindi ben conscio del rischio di morire.
Un soldato, come quello morto a Capodanno, è un morto sul lavoro, come purtroppo ne muoiono a decine ogni mese nel nostro paese, e non hanno funerali di stato, e non vengono considerati eroi.
Gli eroi, sono quelli che nei teatri di guerra fanno i medici, i chirurghi, quelli che non guardano il colore della pelle o la religione, per curarti, ma lo fanno senza se e senza me.
Sono eroi i medici di Emergency, sono eroi i medici di Msf, e di molte ong presenti in territori di guerra.
In questi giorni poi, si mette anche la Religione a peggiorare le cose, e pari responsabilità hanno il pastore tedesco, e l'Imam egiziano, che reciprocamente gettano benzina sul fuoco!
Le Religioni, che cosa strana sono!
Quante morti assurde, per un Dio, che ha solo nomi diversi, e non mi interessa adesso, pensare che ci sia o no...mi fa rabbrividire l'integralismo.
C'è una bella poesia, che studia alle elementari, si intitola i colori della pace, è sempre valida:

Avevo una scatola di colori
Brillanti, decisi, vivi.
Avevo una scatola di colori
Alcuni caldi, altri molto freddi.
Non avevo il rosso per il sangue dei feriti.
Non avevo il nero per il pianto degli orfani.
Non avevo il bianco per le mani e il volto dei morti.
Non avevo il giallo per la sabbia ardente.
Ma avevo l’arancio per la gioia della vita,
e il verde per i germogli e i nidi,
e il celeste dei chiari cieli splendenti,
e il rosa per il sogno e il riposo.
Mi sono seduta ed ho dipinto la pace.


Tali Sorek

buon 2011 di Pace a tutti!

2 commenti:

  1. Ciao Davide,
    condivido la stragrande maggioranza delle tue parole in questo articolo.
    Come sempre, è questione di dosi: anche la celebrazione dei soldati uccisi può diventare esagerata. A mio avviso, come scrivi anche tu, lo è quando si associa automaticamente l'eroismo allo svolgere una professione (e magari quando il morto era in vita il suo lavoro veniva pure svilito: vedi i magistrati come Falcone e Borsellino...), come da alcuni anni è diventata anche quella di soldato. Questo non significa che un soldato non possa essere eroico: salvando dei bambini, per esempio. Quel che voglio dire è che in ogni professione (e, ripeto, oggi è tale anche quella di soldato) c'è chi si comporta benissimo, ha le migliori intenzioni e riesce correttamente a esprimerle, dimostrandosi una brava persona; tuttavia c'è pure chi è più "esaltato" ("Rambo", verrebbe da dire per i soldati) o corrotto o pavido o menefreghista ecc... Vale per tutti: medici, preti, soldati, studenti... Insomma: sforziamoci di prendere esempio dalle persone effettivamente migliori (spesso sono anche le più anonime) senza adagiarci sulle solite "frasi fatte" dei "giornalisti".
    Ciao e grazie per il post
    Antonio Fucile

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  2. concordo!beh vediamo di incontrarci in questo 2011!!!per fare la Rivoluzione..anzi la Rivolizione...

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